04 dicembre 2016

Ore 16.30

Ingresso libero

Cultura

Grand Hotel Des Bains, via Gramsci 56

Presenza del classico nell’arte contemporanea

La II edizione delle conversazioni d’arte dal titolo "Il Classico nel Contemporaneo. Le metamorfosi del Mito" presenta RENATO BARILLI

 

Il ciclo si conclude con l'intervento del famoso critico d’arte e critico letterario, ora professore emerito al corso DAMS dell’Università di Bologna in cui ha insegnato Fenomenologia degli stili, incentrato su un’analisi complessiva della presenza del classico nell’arte contemporanea.

 

Dalle parole del Prof. Barilli: “Il ritorno al classico è un motivo ricorrente in tutto l’arco della contemporaneità, anche presa nell’accezione larga propria dei manuali, cioè dalla fine del Settecento ad oggi. Si può dire che questo "ritorno" avviene quando in precedenza ci si sia spinti troppo avanti in effetti dispersivi, diffusi nello spazio. La cosa risponde anche all’alternanza pendolare delle categorie del chiuso e dell’aperto quali notoriamente teorizzate dal Wölfflin. Per esempio, a un blocco centrale del Settecento ancora intento a sbizzarrirsi in forme di tardo barocco o barocchetto, basti pensare al nostro Tiepolo, ci fu la reazione del Neoclassicismo di David e Canova, cioè un ritorno a soluzioni rigide, e anche appiattite, di "flatness", come ancor più testimoniato da Fuessli e Blake, in accordo con una prima intuizione dell’elettromagnetismo, con l’enorme velocità di propagazione delle sue onde fino a cancellare le distanze. Quel clima si estese anche a coprire i fenomeni del Purismo e del Preraffaellitismo. Ma poi riparte un’arte di conquista dell’ambiente e dell’atmosferismo, che culmina con gli Impressionisti, e l’abolizione di ogni richiamo museale. Se veniamo al Novecento, a lungo vi regna l’“aperto”, si pensi all’Informale, ma a anche all’avvento delle poetiche concepite attorno al ’68, come la Land Art, l’invasione dello spazio, anche nel nome del “villaggio globale”. Contro questo eccesso di apertura, scatta un nuovo "chiuso" attraverso quella situazione tripartita che presso di noi si è manifestata con Nuovi-nuovi, Transavanguardia, Anacronismo, e così via, a onde alterne. Ma a tutto ha presieduto una sorta di Giano bifronte, costituito per un verso  da un Duchamp che ha predicato fino all’eccesso la fine dell’arte e del suo carattere auratico, e  per un altro dal nostro De Chirico, che invece ci ha invitato a fare un buon uso di tutti i riferimenti al museo, seppure rivivendoli come in un sogno o in un incubo."

 

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Informazioni: Galleria d’arte Villa Franceschi, tel. 0541 693534

 

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A cura: Galleria d’arte Villa Franceschi, Istituzione Riccione per la Cultura

 

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Storia...

L'origine del nome (nella pronuncia locale Arciùn) deriva dal greco e risalirebbe alla occupazione bizantina del VI secolo d.C.: "archeion" è il nome di una pianta, la lappa, che cresce ancor oggi spontanea nelle ormai rare zone di spiaggia non occupate dagli stabilimenti e che doveva abbondare sul deserto litorale riccionese.

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