Lunedì 11 e martedì 12 aprile:
BROOKLYN
E’ la storia di una giovane ragazza irlandese (interpretata molto bene dalla brava Saoirse Ronan) capace di varcare l'Oceano e arrivare tutta sola, all'alba degli Anni 50, in America a cercare fortuna, combattendo con le difficoltà di integrazione e con la nostalgia della patria abbandonata.
L’Irlanda è il punto di partenza ma anche di ritorno in questo melodramma tra due mondi: la "vecchia" Europa e il "nuovo" mondo degli Stati Uniti, specchio geografico e concreto della lacerazione interiore di Ellis che dietro le sue espressioni contenute, le lacrime arginate e i sorrisi pronunciati esprime la difficoltà di un’ età, la gioventù, vissuta lontano da casa e senza spalle su cui piangere.
Il film, buon esempio di stile e sobrietà, è stato candidato a tre Oscar, tra cui quello per la migliore protagonista.
Molto interessanti anche gli aspetti visivi tra cui i bellissimi costumi e le diverse soluzioni fotografiche.
Lunedì 18 e martedì 19 aprile:
IL CONDOMINIO DEI CUORI INFRANTI
Così malinconico e grottesco da ammaliare, amaramente divertente, centrato su personaggi tanto assurdi quanto "autentici" nelle loro debolezze e plateali mancanze .
Ironico e pungente, surreale e commovente, delicato nel mostrarci le sfaccettature di un mondo fatto di solitudine, qui rinchiuso all'interno di un palazzo nella sudicia periferia di Parigi: tutto ruota attorno a questo anonimo e triste condominio che svetta in un complesso di casa popolari. All'interno dello stabile c'è un ascensore guasto da cambiare e un unico condomino, che, abitando al primo piano, si oppone alla sua costosa sostituzione. Fino a quando il destino, ovviamente, andrà a bussare alla sua porta.
Tre incontri e sei personaggi principali, quelli ideati dal regista Benchetrit, che gioca con relazioni apparentemente impossibili.
Un film sulla solidarietà e sull'abbandono, un film sugli sguardi e sui lunghi silenzi, sulla banlieue parigina, qui rappresentata nella sua umanità.
Lunedì 2 e martedì 3 maggio:
ROOM
Un regista, Lenny Abrahamson, narratore molto sensibile e molto poetico, che ha usato una storia dolorosa trasformandola in una vicenda piena di luce che restituisce speranza.
Un’attrice per il ruolo da protagonista, Brie Larson, che ha vinto l’Oscar 2016 nel ruolo di una madre che visse con il figlio segregata dal padre nella città austriaca di Amstetten in un bunker per 24 anni.
I due vissero confinati in uno spazio di nove metri quadrati, senza finestre e appellato "Stanza": eppure lei ricreò un mondo per Jack, garantendogli una vita appagante anche in un luogo angusto. Grazie alla loro complicità assoluta madre e figlio riuscirono a fuggire e a riassaporare la libertà. E quando il film sembra aver toccato l'apice, con gli occhi del bambino rivolti per la prima volta al cielo, lasciandoci immaginare che siamo noi a vedere il cielo per la prima volta, scaturisce una seconda parte finemente psicologica, in cui i personaggi mutano trasformando un bel thriller in un dramma capolavoro.
Musica, sceneggiatura, storia, attori, regia e fotografia regalano una poesia immutabile.
Lunedì 9 e martedì 10 maggio:
LA CORTE
Un film curioso e ricamato, una raffinata e acuta commedia che seduce per sensibilità e capacità di mescolare temi e stili. All'ultima Mostra di Venezia ha vinto il premio per la miglior sceneggiatura e per il miglior attore protagonista (Fabrice Luchini).
"La corte" (traduzione dell'originale "L'hermine", l'ermellino indossato dai magistrati) disegna con tocco minimale il ritratto di empatica sincerità del giudice «a due cifre» (le sue condanne non sono mai inferiori ai 10 anni...) severissimo e poco amato anche dai colleghi, ma in realtà, nel privato, tenero e impacciato).
Sono i gesti, i semplici e nudi gesti della realtà che ogni giudice è chiamato ad analizzare senza emozione, ad affermare non la verità delle cose, ma la possibilità di trovare un senso e una giustizia nel dipanarsi delle cose. Gli stessi gesti, però, che nella vita privata di quello stesso giudice – innamorato di un’anestesista (premio César per la miglior attrice non protagonista) incontrata anni prima e ritrovata in tribunale come giurata popolare – diventano non fredde evidenze, non prove agli atti, ma sfumature, segnali d’amore o di semplice interesse, linguaggio del corpo che invoca la comprensione e l’amore che in aula di tribunale si negano a chiunque.
Lunedì Buffet-Aperitivo offerto da Bio's Kitchen
Informazioni: Ufficio Cultura tel. 0541 608369, Cinepalace tel. 0541 605176, IAT tel. 0541 426050
A cura: Istituzione Riccione per la Cultura, Giometti Cinema, Cinepalace Riccione
Storia...
L'origine del nome (nella pronuncia locale Arciùn) deriva dal greco e risalirebbe alla occupazione bizantina del VI secolo d.C.: "archeion" è il nome di una pianta, la lappa, che cresce ancor oggi spontanea nelle ormai rare zone di spiaggia non occupate dagli stabilimenti e che doveva abbondare sul deserto litorale riccionese.
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