Un'intensa storia d’amore, la crescita e l’evoluzione di una ragazza che diventa donna, l’eterno dilemma tra desiderio di libertà, spinta verso il cambiamento e massimo autoritarismo. Quello di Giulia è un mondo antico e sospeso, fatto di rigore e testi sacri, che esclude con ferocia chi non vi appartiene. Libero vive invece il mondo di tutti gli altri: di chi sbaglia, di chi si arrangia cercando un’altra possibilità e di chi ama senza condizioni. Quando Giulia incontra Libero scopre di poter avere un altro destino tutto da scegliere. Con “La ragazza del mondo“, Danieli porta in scena tanti temi caldi. Primo su tutti quello dell’identità e della crescita come costruzione della persona: Giulia è una ragazza che diventa donna con lo scorrere della pellicola, vive nel regno dell’autoritarismo, dell’ortodossia religiosa dei Testimoni di Geova.
La pellicola non è un giudizio del mondo dei Testimoni di Geova ma una testimonianza rigorosa, una riflessione lucida sull’eterno conflitto tra autorità e libertà, tra chiusura ed apertura, tra desiderio e peccato, tra l’essere quello che si vuole diventare e quello che ci si aspetta che siamo. Una riflessione schietta su cosa significa essere credenti, giusta o sbagliata che sia una religione, e di come non sia “solo” una questione di appartenenza ma qualcosa che coinvolge sinceramente e profondamente.
Per seguire la sua fortissima spinta evolutiva, Giulia sconvolge la sua vita: abbandona il suo luogo sicuro (la congregazione e la famiglia, rivestite da un involucro di bontà e gentilezza) per uscire nel “Mondo”, luogo di perdizione e sporcizia, per vivere la sua storia d’amore. Libero è il simbolo della libertà, dell’apertura, è il catalizzatore del cambiamento. Eppure l’evoluzione interiore della protagonista è meno veloce di quanto sia il suo agire: non smette di essere testimone di Geova anche se dissociata dalla congregazione. Non si sradica completamente dalle sue radici ma porta il suo credo religioso nella vita quotidiana, come qualcosa di salvifico e rassicurante, come qualcosa da cui ripartire pur facendo parte del “Mondo”.
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Tutti gli appuntamenti della rassegna Cinema D'Autore - Dicembre 2016
A cura: Istituzione Riccione per la Cultura, Giometti Cinema, Cinepalace Riccione
Storia...
L'origine del nome (nella pronuncia locale Arciùn) deriva dal greco e risalirebbe alla occupazione bizantina del VI secolo d.C.: "archeion" è il nome di una pianta, la lappa, che cresce ancor oggi spontanea nelle ormai rare zone di spiaggia non occupate dagli stabilimenti e che doveva abbondare sul deserto litorale riccionese.
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