La festa di San Silvestro esplode in piazzale Ceccarini, dove a partire dalle ore 22:00 la magia del ritrovarsi insieme e l’atmosfera gioiosa si rigenerano nello spettacolo in musica che culmina a mezzanotte, con il brindisi finale e lo sguardo rivolto al cielo per il grande spettacolo pirotecnico dei fuochi d’artificio, a consegnare pensieri e desideri per il nuovo anno. A interpretare lo spirito allegro dell’ultimo giorno dell’anno la band più folle del panorama italiano, gli Extraliscio, un gruppo musicale vulcanico - nato nel 2014 e composto da Mirco Mariani, Moreno Il Biondo e Mauro Ferrara - che interpreta e unisce in pezzi unici e travolgenti il folklore romagnolo, la musica elettronica, per stravolgere i canoni tradizionali, riscrivendo in una chiave personale la musica che unisce e fa ballare intere generazioni. Sul palco la formazione degli Extraliscio sarà composta da Mirco Mariani (piano e chitarra), Moreno Conficconi (sax clarinetto), Paolo Rubboli (batteria), Giuseppe Zaghini (basso), Massimo Amadori (chitarra), Enrico Milli (tromba) e Christian Ravaglioli (tastiere).
Con loro, sul palco, Arisa, tra le più eleganti e inconfondibili voci del panorama musicale italiano, accompagnata da Giuseppe (Gioni) Barbera al pianoforte e Jason Rooney alla consolle. In una sorprendente alternanza fra ballate d’amore malinconiche e sfrenati ritmi dance anni ’90, acrobazie vocali e fraseggi rap, Arisa presenta un live sospeso fra romanticismo e urgente bisogno di libertà, carnalità e spiritualità, un dualismo espresso fra le canzoni più scatenate ed elettroniche e quelle più lente e sentimentali, come in un ideale lato A e lato B. Un atto d’amore verso l’umanità nelle sue varie sfaccettature, che celebrano la femminilità e le sue contraddizioni, che parlano di autodeterminazione femminile e di schiavitù volontaria, urlando l’esigenza di cambiare punto di vista per non rimanere schiacciati dall’omologazione. Non mancheranno quindi le ultime hit come Tu mi perdiciòn e i grandi successi della sua carriera.
Storia...
L'origine del nome (nella pronuncia locale Arciùn) deriva dal greco e risalirebbe alla occupazione bizantina del VI secolo d.C.: "archeion" è il nome di una pianta, la lappa, che cresce ancor oggi spontanea nelle ormai rare zone di spiaggia non occupate dagli stabilimenti e che doveva abbondare sul deserto litorale riccionese.
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