In viale Ceccarini si passeggia sotto una infilata di archi di luce, avvolti in una coltre di verde boschivo, vero, raccolto nelle valli delle Alpi: bacche, rami di pino, afrore di mirto, cespugli di vischio. Gli archi liberty formano due gallerie. La prima, da piazzale Roma al gazebo (incrocio con viale Dante) è firmata da Valerio Festi mentre la composizione (rami di sempreverde, cespugli di agrifoglio, inserti di abete alpino, vischio naturale e muschio) è curata dall’artista visiva e allieva di Renato Guttuso, Angela Grimoldi. Una seconda galleria di archi disegnati da Ferruccio Bigi, direttore dell’Accademia di Brera, ha tratti più contemporanei e va dal gazebo fino alla ferrovia. Questa installazione, curata dalla floricoltura Ratti di Como, è composta anch’essa da verde vero, proveniente dalla zona prealpina, e quindi con colori più chiari e con essenze più profumate, tra le quali campeggia il cedro.
Storia...
L'origine del nome (nella pronuncia locale Arciùn) deriva dal greco e risalirebbe alla occupazione bizantina del VI secolo d.C.: "archeion" è il nome di una pianta, la lappa, che cresce ancor oggi spontanea nelle ormai rare zone di spiaggia non occupate dagli stabilimenti e che doveva abbondare sul deserto litorale riccionese.
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