10 febbraio 2017

Ore 21

Cultura

Sala conferenze della Biblioteca comunale, via Lazio 10

Il giorno del ricordo - L’Esodo Giuliano-Dalmata: le radici di un dramma nazionale

Incontro con Mattia Vitelli Casella, Delegato del Comitato Nazionale 10 Febbraio. Moderatore: Massimiliano Capra Casadio, storico e ricercatore.

 

Con la Legge n. 92 del 30 marzo 2004 la Repubblica Italiana ha istituito per il 10 febbraio il Giorno del ricordo con lo scopo di "conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli Istriani, Fiumani e Dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale". Il 10 febbraio del 1947 fu infatti firmato il trattato di pace con cui le province di Pola, Fiume, Zara, parte delle zone di Gorizia e di Trieste, passarono alla Jugoslavia.

 

Questo incontro si propone di far conoscere le motivazioni storiche, per cui dopo secoli di convivenza pressoché sempre pacifica delle diverse etnìe – Croati, Sloveni e Italiani – sulla costa orientale dell’Adriatico e sulle antistanti isole, si sia arrivati negli anni Quaranta alla tragedia delle uccisioni di massa – note al grande pubblico come foibe – e quindi all’altrettanto massivo esodo.

 

Il colloquio tra Mattia Vitelli Casella, dottorando e ricercatore universitario, delegato del Comitato Nazionale 10 Febbraio e Massimiliano Capra Casadio, storico contemporaneo e insegnante, sarà essenzialmente articolato in tre momenti storici: l’impero austro-ungarico, il ventennio dei nazionalismi tra le due guerre e la II guerra mondiale con i successivi eventi connessi. Al termine troveranno spazio le domande e gli interventi del pubblico.

 

Informazioni: Istituzione Riccione per la Cultura tel. 0541  608349-369-321

 

A cura: Istituzione Riccione per la Cultura

 

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Storia...

L'origine del nome (nella pronuncia locale Arciùn) deriva dal greco e risalirebbe alla occupazione bizantina del VI secolo d.C.: "archeion" è il nome di una pianta, la lappa, che cresce ancor oggi spontanea nelle ormai rare zone di spiaggia non occupate dagli stabilimenti e che doveva abbondare sul deserto litorale riccionese.

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