Rimini

Nel 268 a. C. un contingente di 6000 contadini-soldati con le loro famiglie fonda la colonia latina Ariminum, entro i confini dei torrenti Conca e Rubicone, nei pressi della foce del fiume Marecchia, in un terrritorio già frequentato da Etruschi, Greci e Umbri.

 

In poco più di un secolo il paesaggio natale lascerà il posto ad un ambiente antropizzato, dai tratti caratteristici romani ancora riconoscibili nel centro storico: un reticolo di vie ortogonali - cardini e decumani - che disegna isolati rettangolari e l'antico forum romano che corrisponde all'attuale piazza Tre Martiri. È con Augusto, nel I secolo a.C., che Ariminum diventa una splendida città dell'impero romano: i momumenti d'ingresso dell'Arco di Augusto e del Ponte di Tiberio, che prende il nome da colui che terminò i lavori. Ottaviano promuove la lastricatura delle strade urbane, Adriano sostiene la costruzione dell'Anfiteatro. In piazza Ferrari, a testimonianza del tenore di vita, della cultura e della religione dell'epoca romana, la bella Domus del Chirurgo, di età imperiale: gli affreschi sulle pareti, i mosaici del pavimento, lo staordinario corredo della taberna medica, con oltre 150 strumenti chirurgici. 

Rimini ospita altri edifici importanti, testimoni del suo prestigio anche nei periodi successivi: il Tempio Malatestiano, capolavoro del Rinascimento, voluto da Sigismondo Pandolfo Malatesta intorno alla metà del XIV secolo e progettato da Leon Battista Alberti, che vanta opere di Giotto, Piero della Francesca, Agostino di Duccio, Vasari; Castel Sismondo, antica dimora dei Malatesta, oggi adibita ad ospitare mostre d'arte ed eventi, la settecentesca Vecchia Pescheria, il Museo della città ospitato nel settecentesco Collegio dei Gesuiti. ...

Ulteriori informazioni ed approfondimenti sono consultabili sul sito di Riviera di Rimini 

Storia...

L'origine del nome (nella pronuncia locale Arciùn) deriva dal greco e risalirebbe alla occupazione bizantina del VI secolo d.C.: "archeion" è il nome di una pianta, la lappa, che cresce ancor oggi spontanea nelle ormai rare zone di spiaggia non occupate dagli stabilimenti e che doveva abbondare sul deserto litorale riccionese.

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